Il Gruppo educazione alimentare contro gli sprechi
"Per non buttare cibo
partiamo dalla natura"
MAURO SPIGNESI
Mancano solo dieci anni e il conto alla rovescia è già cominciato. Perché la Confederazione è chiamata a ridurre entro il 2030 lo spreco alimentare, sia sul fronte delle famiglie che su quello delle vendite al dettaglio, e a contenere le perdite nelle catene di produzione e di fornitura. Occorrono dunque nuovi e più consapevoli comportamenti individuali ma anche programmi a più ampio raggio. "Noi - spiega Anna Persico, segretaria del Gruppo di educazione ambientale della Svizzera italiana (Geasi) - realizziamo progetti di educazione alimentare all’aperto, a contatto con la natura, proprio perché lo spreco di cibo, dunque di una risorsa, è un problema che va affrontato attraverso la sensibilità di ognuno".
Il Geasi porta avanti un metodo che si basa sul concetto di pedagogia attiva, cioè orientato "all’azione, all’esperienza concreta, all’apprendimento emotivo e alla percezione sensoriale nella natura". Un approccio diverso, più diretto, rispetto a quello della tecnologia. "Ma questo - spiega ancora Anna Persico - non vuol dire che non apprezziamo anche applicazioni che contribuiscono ad arginare questo fenomeno. I loro è semplicemente un altro campo d’azione che tuttavia può, ripeto, essere utile in questa battaglia che ci deve trovare tutti uniti verso un solo obiettivo".
Applicazioni come Too Good To Go, dunque, possono servire. Anche se poi, magari, è importante un approccio più ludico, più diretto come quello del Gruppo di educazione ambientale della Svizzera italiana, associazione che riunisce enti e membri singoli e si pone come piattaforma di scambio di informazioni, esperienze e formazioni legate all’educazione ambientale. Tempo fa il Geasi ha collaborato con il Dipartimento del territorio, l’Associazione dei consumatori e il Wwf per organizzare una giornata di studio e di riflessione sul problema coinvolgendo anche le scuole, in particolare le elementari di Mendrisio.
m.sp.
23.02.2020